No foto :(
Torna Indietro

Storia del Capo

La vita

Nacque a Padova il 10 Marzo 1904, terzogenito di una famiglia di modeste condizioni. Fin da bambino mostrò di avere una spiccata abilità manuale che gli permetteva di costruire da sé i giocattoli con i quali si trastullava. Inizialmente, questi giocattoli erano semplici oggetti per i quali la fantasia suppliva alla rozza costruzione. Tuttavia, ben presto si trattò di veri piccoli capolavori, come i modellini di aerei realizzati con filo di ferro e carta, ad imitazione dei traballanti aerei dell'epoca che si levavano in volo dalla piazza d'armi di Padova, trasformata in campo d'aviazione durante la prima guerra mondiale.

All'età di 14 anni, abbandonata la scuola, fu ammesso come apprendista nell'Officina del R. Osservatorio astronomico di Padova. Qui, sotto la guida del tecnico Mioni Sante, si avviò alla scoperta dell'affascinante mondo della meccanica di precisione. Le lunghe ore passate alla morsa per apprendere l'uso della lima, le prime esperienze con le macchine utensili, contribuirono a rafforzare in lui la propensione al lavoro e ne affinarono le capacità. Il tirocinio svolto nell'Officina dell'Osservatorio sarà per lui di fondamentale importanza, anche se di tirocinio si trattava: solo occasionalmente riceveva qualche lira in regalo dal suo maestro, ma non certo una paga. Era a totale carico della famiglia.

Dopo un paio di anni, gli venne affidata la preparazione degli strumenti per le osservazioni astronomiche; collaborando con gli astronomi dell'Università ebbe modo di farsi apprezzare come tecnico e, nello stesso tempo, di affacciarsi alla scoperta di nuove e interessanti conoscenze. Nel Maggio 1923, ebbe notizia di una conferenza organizzata presso la sede del pensionato universitario della sua città su un nuovo metodo educativo denominato "scoutismo". La sua naturale sete di sapere lo spinse a partecipare. Tra i relatori c'era nientemeno che il prof. Mario Mazza. Si sentì subito attratto dal metodo, frequentò assiduamente le riunioni di formazione tecnica e partecipò ad un campo-scuola finché, il 23 Novembre 1923, formulò la sua Promessa scout e ricevette il brevetto di "Istruttore", come allora si chiamava il capo Riparto.

Cercò subito di formare un Riparto reclutando i ragazzi tra quelli che frequentavano il Circolo ricreativo della sua parrocchia (il Duomo). Per circa un anno il Riparto svolse regolarmente le proprie attività finché si sciolse perché nell'Agosto del 1924 al ventenne Augusto arrivò la chiamata per il servizio militare di leva. Dopo il periodo di addestramento chiese, ed ottenne, l'ammissione ad un corso per radiotelegrafisti di bordo che si teneva a Roma. Durante il tempo libero frequentò il Riparto Roma 280 "Pierino Delpiano" (2) spesso guidandone le attività. Sotto la guida del C. Rip. Del 280, Trombetti Alfio, e con l'aiuto ed il consiglio di Mario Mazza, col quale aveva allacciato amichevoli rapporti, affinò le sue qualità di capo e la sua preparazione scoutistica.

foto

Alla fine del servizio militare di leva, che coincise con il termine del Corso R. T. e relativo conseguimento del brevetto A. M., non accettò l'invito di entrare in carriera militare come specialista e tornò a Padova, dove fondò il Riparto Padova VI0 che assunse la stessa denominazione del Riparto romano e ne adottò anche il fazzoletto: nero con due righe bianche incrociantesi sulla punta. Furono anni di intensa attività scout. Nel 1927 il Riparto dovette applicare sulla fiamma e sulla bandiera dell'A.S.C.I. il distintivo dell'Opera Nazionale Balilla secondo il D. E. del 9 Gennaio col quale il capo del Governo, Mussolini, stabiliva lo scioglimento parziale dell'A.S.C.I. L'anno seguente, con la soppressione totale dell'Associazione, il C. R. Augusto, l'A. E. don Luigi Bonin, Il Capo Pionieri Enrico Longo e l'Akcla Gianrodolfo Mosconi (studenti universitari) e l'Aiuto Capo Luigi Bravo, dopo aver emanato l'ultimo foglio ordini, per i loro scouts, col quale erano invitati a recarsi in canonica, con la divisa accuratamente incartata sotto il braccio, per scattare l'ultima Foto-ricordo, dovettero sciogliere il Riparto. Continuarono ancora per molti anni ad effettuare escursioni e campi estivi con gli amici del Circolo parrocchiale, ovviamente in borghese ma con intatto spirito scout. Tornato a casa dal servizio militare, pur continuando a frequentare di tanto in tanto l'Officina dell'Osservatorio, alla quale era affezionato, fu naturale che cercasse un lavoro che lo rendesse autonomo dalla famiglia

Fu assunto da una fabbrica di minuterie metalliche ma dopo qualche tempo trovò una sistemazione migliore in una fabbrica di giocattoli automatici; qui ebbe modo di farsi conoscere ed apprezzare a tal punto che gli offrirono la direzione tecnica della fabbrica. Rifiutò il remunerativo incarico sia perché nel frattempo aveva sostenuto un colloquio per essere assunto dall'Amministrazione Universitaria per l'Istituto di Fisica Sperimentale (lavoro più interessante ma meno pagato) sia per non dover passare dalla "parte del padrone" e vedersi costretto a controllare gli operai, suoi compagni di lavoro. Nell'aprile del 1928 prese servizio, come tecnico di ruolo presso l'Istituto di Fisica Sperimentale della R. Università di Padova. Oltre alla preparazione delle esperienze di lezione e di laboratorio, nel tempo libero, costruì in proprio apprezzatissimi apparecchi per studi e interventi di chirurgia oculistica. Per completare la propria preparazione, si iscrisse ad un corso serale per periti agrimensori e geometri conseguendo il relativo diploma nel 1931. Quando il prof. B. Rossi (3), col quale stava eseguendo importanti esperienze di fisica nucleare, seppe del conseguimento del diploma da parte del suo tecnico, si meravigliò molto che questi non gliene avesse mai parlato: il presidente della commissione esaminatrice era un suo carissimo amico e sarebbe stato facile ottenere una votazione più alta. "Ho studiato per imparare, non per il pezzo di carta" spiegò Augusto.

Nel 1935 fu richiamato alle armi per esigenze A. O. (Africa Orientale), in quanto iscritto nella riserva Aeronautica come specialista. In attesa di raggiungere Roma ebbe notizia di una disposizione di legge che prevedeva la possibilità, per i diplomati, di essere nominati ufficiali di complemento, e presentò la relativa domanda. Quando giunse a Roma, si rese conto che mancava di addestramento pratico in radiotelegrafia ma possedeva una certa preparazione nel campo scientifico grazie al suo ruolo di tecnico universitario. Di conseguenza, Augusto fu inviato all'aeroporto di Montecelio (così allora si chiamava) presso la Direzione Superiore Studi ed Esperienze. Dopo alcuni mesi, gli giunse la nomina a Sottotenente di complemento e si fece subito apprezzare lavorando alla soluzione di spinosi problemi tecnici. Il Generale Ispettore del Genio Aeronautico Cristoforo Ferrari volle che il giovane ufficiale continuasse a lavorare per l'Aeronautica e gli prospettò la possibilità di passare in servizio permanente effettivo. Nonostante le incertezze iniziali,

Augusto cedette agli insistenti consigli del Generale. Il Generale si preoccupò di seguire con molta cura l'iter della pratica, ma la cosa non fu molto semplice perché non era consentito passare dall'Arma al Genio e più di una volta Augusto confidò al suo superiore di volersi congedare: aveva ottime possibilità di lavoro come costruttore di strumenti scientifici e non voleva dare l'impressione di rimanere in Aeronautica solo per ottenere una sistemazione. Il Generale Ferrari ottenne finalmente che venisse confermato in ruolo, per merito straordinario, il 3 Febbraio 1938. Gli venne affidata la direzione del Reparto Installazioni Della Divisione Ottico-Fotografica della D.S.S.E. Sarebbe qui troppo lunga la descrizione delle innumerevoli realizzazioni delle quali si interessò, basti dire che riuscì a risolvere con piena soddisfazione sua e dei suoi superiori complessi problemi tecnici relativi alla cinefotografia aerea. Avrebbe potuto, sfruttando opportunamente alcune sue realizzazioni, ricavare cospicui guadagni, ma sarebbe stato necessario percorrere strade per le quali la sua integrità morale non permetteva si passasse. Il 19 Dicembre del 1939 sposò la sig.ina Fabbian Rina, una maestra elementare insegnante all'estero alla quale da alcuni anni era legato da sincera amicizia.

foto

L'otto Settembre 1943, insieme ad altri ufficiali, scelse di non collaborare con i tedeschi e si diede alla macchia. Trasferì la famiglia a Montecelio ed entrò a far parte del Fronte Clandestino di resistenza che operò nella zona circostante. Nel giugno 1944, con l'avanzare degli Alleati, i tedeschi distrussero con l'esplosivo tutte le superbe installazioni aeronautiche di Guidonia. Ricostituitosi il Comando Presidio Aeronautico, Augusto rientrò in servizio e gli venne affidato l'incarico di recuperare il materiale aeronautico che molti, approfittando dello stato di abbandono in cui l'aeroporto era venuto a trovarsi dopo la distruzione, avevano sottratto e detenevano in casa. Spostandosi nel territorio per assolvere al suo incarico di servizio, Augusto ebbe modo di osservare il comportamento dei giovani. Lo scout che era in lui pensò subito di organizzare le bande di ragazzi che, approfittando del clima di anarchia del momento, si abbandonavano ad ogni sorta di esperienza. Il 29 Ottobre 1944, due squadriglie, attentamente preparate nei mesi precedenti, formularono la loro "Promessa scout": era nato il Riparto Guidonia I. Augusto, promosso intanto capitano con data retroattiva 16/10/1943, collaborò attivamente alla ricostruzione dell'aeroporto, interessandosi in particolare al servizio fotografico aeronautico, completamente distrutto dalla guerra. Riadattando il materiale recuperato o costruendo le necessarie apparecchiature, avvalendosi della collaborazione dei civili della Sala Strumenti del 20 R.T.A. (Reparto Tecnico Aeromobili), della quale era il direttore, in poco tempo allestì un laboratorio fotografico pienamente rispondente alle necessità dei Riparti di stanza nell'Aeroporto e alle aspettative dello Stato Maggiore.

Nel 1960, promosso Tenente Colonnello, Augusto assunse la responsabilità dell'Ufficio Addestramento per le Scuole Specialisti, sempre presso lo stesso Comando Generale, rimanendovi fino al 1967, data del suo collocamento a riposo. Un episodio significativo della sua carriera tecnico-militare avvenne il 10 Marzo 1964: Augusto compie 60 anni e, quindi, dovrebbe lasciare il servizio attivo per passare in posizione ausiliaria e sta terminando la prescritta licenza di precongedo. In questa fase, il Generale Alessandrini Vinicio, suo comandante, manda il proprio autista a prelevarlo da casa e lo convince a rimanere in servizio fino a quando anche lui si congederà. Questo gesto testimonia la stima e la fiducia che il Generale Alessandrini riponeva in lui, nonostante Augusto preferisse sempre una vita attiva rispetto a quella da ufficio. Augusto fu tra gli organizzatori della Scuola Media privata sorta a Guidonia nel 1948. Con il permesso dei suoi superiori, vi insegnò Educazione Fisica, proseguendo l'insegnamento anche quando la scuola assunse lo status di scuola parificata e venne gestita dall'Amministrazione Comunale. Abbandonò l'incarico nel 1954 quando la Scuola Media divenne Statale.

Attualmente, "Il Capo", come tutti affettuosamente lo chiamano, rappresenta un valido punto di riferimento nella vita scout. È generoso di consigli e suggerimenti per chiunque, nell'associazione, abbia necessità di approfondire alcuni aspetti del metodo o delle varie tecniche scout. Visita tutti i campi estivi dei due Gruppi di Guidonia e nelle sue parole, a volte brevi, a volte lunghe, rivolte alle Branche riunite in quadrato, non dimentica mai di sottolineare l'importanza della Promessa e della Legge, invitando tutti a sforzarsi per lasciare - secondo le parole di B. P. - il mondo migliore di come lo si è trovato. Il Capo continua, senza alcun dubbio, a mettere in pratica il consiglio di B. P. e l'augurio più sincero è che possa continuare a farlo per tutti gli anni che vorrà.

foto